PAVIA In sole ventiquattro ore il fiume Po è salito di due metri e mezzo, una crescita impressionante che sta mettendo in ginocchio la provincia di Pavia e, più in generale, le aree agricole della Lombardia. Le forti piogge e il vento che si sono abbattuti sulla regione hanno provocato un’ondata di maltempo violento che non ha risparmiato nulla. Le campagne dell’alto Oltrepò risultano sommerse, alberi sono stati abbattuti dalla furia del vento e in Lomellina le risaie, appena seminate, si trovano ora sotto l’acqua. La zona maggiormente colpita è quella tra Candia Lomellina e Palestro, dove il fiume Sesia ha rotto gli argini, invadendo i campi e rendendo inutilizzabili terreni che erano già stati lavorati.
Coldiretti, che monitora costantemente la situazione attraverso i propri tecnici, raccoglie segnalazioni di danni e criticità da parte degli agricoltori, molti dei quali si trovano ora costretti a valutare l’ipotesi di dover riseminare, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi, tempi e incertezza sui raccolti. La situazione, però, va oltre il singolo episodio: secondo Coldiretti siamo davanti a una trasformazione climatica strutturale. La frequenza e l’intensità di questi fenomeni meteorologici estremi sono sempre maggiori e dimostrano un cambiamento evidente, spesso definito tropicalizzazione del clima. Si passa rapidamente dal caldo a ondate di maltempo improvvise e violente, con precipitazioni brevi ma molto intense, che il territorio non riesce più ad assorbire in modo naturale.

L’agricoltura è tra i settori più esposti a questi cambiamenti e ogni evento meteorologico di questo tipo diventa una sfida in più per le aziende agricole, che devono ripensare strategie, calendari di semina, gestione delle acque e manutenzione del territorio. Ma nonostante le difficoltà, è proprio l’agricoltura uno dei comparti più impegnati nella lotta al cambiamento climatico. Per affrontare queste nuove condizioni servono investimenti mirati: dalla regimazione delle acque al risparmio idrico, dal recupero delle risorse alla manutenzione delle infrastrutture agricole. È una corsa contro il tempo, dove ogni ritardo rischia di lasciare il territorio sempre più esposto e vulnerabile. E mentre il Po continua a crescere, le campagne lombarde chiedono soluzioni concrete per non essere sommerse, ancora una volta, dall’emergenza.