VAL DI NIZZA Domenica 13 aprile a Val di Nizza si è svolta la cerimonia di posa della pietra d’inciampo dedicata a Benito Emilio Rossotti, detto Benu, partigiano caduto per mano dei nazi-fascisti nel campo di concentramento di Mauthausen. La data non è stata scelta a caso: esattamente ottant’anni prima, il 13 aprile 1945, Rossotti moriva a soli 22 anni, dopo essere stato deportato in seguito alla perquisizione tedesca del 29 dicembre 1944 a Poggio Ferrato, dove venne catturato.
Non è la prima volta che il Comune di Val di Nizza e l’Oltrepò Pavese ricordano questo giovane eroe. Già nel 1974, il Presidente della Provincia di allora, Luigi Panigazzi, gli dedicò una targa in memoria del suo sacrificio. La sua storia è stata raccontata in diverse pubblicazioni sulla Resistenza, tra cui il libro Parlano ancora di Camillo Moroni, edito da Guardamagna.
Durante la cerimonia, il Presidente ANPI della Provincia di Pavia, Santino Marchiselli, ha letto una lettera per ricordare Rossotti, sottolineando che la pietra d’inciampo non rappresenta un momento funebre, ma “un ideale ritorno a casa”, proprio come quello vissuto simbolicamente in questa giornata.
Presenti anche Carlo Schiavi in rappresentanza dell’ANPI di Val di Nizza, l’ANED provinciale, il sindaco Franco Campetti con l’Amministrazione Comunale e Don Ivan Concolato dell’Eremo di Sant’Alberto di Butrio.
Particolarmente toccante la presenza dei familiari di Benito Rossotti, i suoi nipoti, testimoni diretti di una memoria custodita da generazioni. Rossotti aveva due fratelli, Attilio e Lino, quest’ultimo comandante della Brigata Crespi. I figli di Attilio – Sandra, Marcella e Massimo – erano presenti alla cerimonia, mentre Giovanni e Manoel, figli di Lino, vivono da tempo in Brasile.
Un gesto semplice ma profondo, che restituisce dignità e memoria a chi ha pagato con la vita il prezzo della libertà.