VARZI “Esprimiamo parere negativo in quanto l’ambito oggetto di intervento è assoggettato a vincolo idrogeologico e al patrimonio dei beni culturali e del paesaggio”. Così la Comunità montana dell’Oltrepo pavese ribadisce il proprio dissenso, motivandolo anche con ben 15 punti, sulla realizzazione del parco eolico che dovrebbe nascere, su progetto di una società bresciana, lungo il crinale dell’Appennino. Il tutto a ridosso dell’antica Via del Sale e al confine tra i comuni di Santa Margherita di Staffora e Brallo di Pregola, e di Fabbrica Curone, Albera e Cabella Ligure (in provincia di Alessandria). In primis il no secco arriva per l’alterazione permanente del territorio e del paesaggio. “Dall’esame del progetto – si legge nella nota della Comunità montana – si evidenzia e si ribadisce che l’opera in questione comporterebbe un’alterazione permanente del territorio e del paesaggio, con un impatto tale da compromettere in modo significativo il loro valore”.
C’è poi un pregiudizio per il valore estetico-tradizionale dei luoghi. “Si rileva che la collocazione delle torri eoliche (in totale 20, alte 200 metri) – si legge sempre – comporterebbe una notevole riduzione del valore estetico-tradizionale dei luoghi, pregiudicando significativamente le strategie di valorizzazione territoriale. Oltre a questo c’è poi una rilevanza della tutela paesaggistica e del patrimonio culturale oltre a interferenze con la compromissione del paesaggio”. Il Parco eolico “Monte Giarolo”, relativamente al territorio della Provincia di Pavia, si collocherà nel Comune di Santa Margherita di Staffora. Sebbene non siano previste opere tecnologiche in territorio lombardo, l’intervento riguarda l’utilizzo di una strada agro-silvo-pastorale esistente, al fine di consentire il trasporto di materiali e manufatti, nonché il passaggio dei mezzi necessari alla realizzazione dell’impianto. Tale strada coincide in parte con il tracciato della storica “Via del Sale”.
E dall’ente varzese viene rimarcato come “Questo è un ambiente montano che insiste sul crinale tra Lombardia e Piemonte, di rilevante interesse per la biodiversità, gli habitat e le specie animali e vegetali. La costruzione dell’impianto potrebbe dunque arrecare un grave pregiudizio alle specie endemiche più strettamente legate a tali habitat. Come se non bastasse – continua la nota – il crinale è percorso integralmente da una viabilità agro-silvo-pastorale inserita nel Piano Vasp della Comunità Montana, percorribile esclusivamente da trattori di piccole dimensioni. Inadatta dunque al passaggio dei camion per allestire il cantiere e l’impianto. Un’area caratterizzata da praterie, pascoli e boschi. La realizzazione del parco eolico, con aerogeneratori di grandi dimensioni, opere di fondazione, aree di cantiere, stoccaggio e sostanziale trasformazione della viabilità, comprometterebbe in modo irreversibile la morfologia dei luoghi e l’aspetto del paesaggio in un’area soggetta a vincolo idrogeologico”.