Attività venatoria fuori stagione: sospesa una squadra di cinghialisti per aver ucciso un cinghiale

COLLI VERDI Una squadra di cinghialisti sospesa per aver sparato ed ucciso un cinghiale nel periodo in cui la caccia era vietata e un uomo denunciato per aver nascosto una quarantina di uccellini nel sottotetto con l’obiettivo di rivenderli. Sono due degli ultimi interventi effettuati nei giorni scorsi dalla Polizia Provinciale con l’intento di evitare il bracconaggio e di far rispettare le regole da parte di cacciatori.

Qualche giorno fa è stata sospesa un’intera squadra di cacciatori del piacentino che si era recata tra le colline della Val Versa e aveva sparato ed ucciso un cinghiale. In questo periodo la caccia è vietata e per questo i cacciatori, di cui alcuni residenti nella zona di Colli Verdi, sono stati sospesi dall’incarico di caccia di selezione. La squadra piacentina rischia di vedersi sospeso il patentino per poter proseguire la propria attività sia in provincia di Piacenza che in quella di Pavia e altri provvedimenti saranno presi nelle prossime settimane. In un’altra operazione svolta sempre dagli agenti provinciali, è stato denunciato un uomo che ora rischia una multa salatissima oltre alla revoca del porto d’armi a vita.

L’uomo, un bergamasco di 70 anni, aveva nascosto una quarantina di uccellini appartenenti a specie protette nel sottotetto di un’abitazione dopo averli catturati con le reti nei boschi della frazione Casa Chiappi, nel comune di Fortunago. Per questo motivo l’uomo è stato denunciato dalla Polizia provinciale: le accuse per lui sono di bracconaggio e maltrattamento di animali in quanto gli uccelli catturati con le reti risultavano in molti casi feriti. Pare che l’uomo, già noto alle forze dell’ordine per altre attività di bracconaggio compiute sempre tra le colline dell’Oltrepo, non fosse nuovo a reati di questo genere, anche in concorso con un altro individuo, all’epoca residente in provincia di Brescia.

La Polizia provinciale ha provveduto a liberare gli animali con l’aiuto di un veterinario, ha posto sotto sequestro le reti usate per la cattura e le armi in possesso dell’uomo. Il settantenne bergamasco ora rischia la revoca a vita del porto d’armi e una multa salatissima di migliaia di euro. L’obiettivo era quello di rivendere gli uccellini come esche: un giro d’affari importante in considerazione che solitamente ogni singolo volatile viene venduto anche a mille euro.

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