Per la prima volta all’ospedale di Voghera è stato installato un mini pacemaker su due pazienti

VOGHERA Un mini pacemaker è stato installato per la prima volta all’ospedale di Voghera su due pazienti donne che avevano accusato problemi sulla regolarità del battito cardiaco. E’ la prima volta che un intervento di questo genere viene effettuato in un ospedale della bassa Lombardia che comprende le province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova.

E di questo ne va fiero il primario Pietro Broglia e tutto lo staff della cardiologia di Voghera che da mesi si era attivato per mettere a punto questa tecnica innovativa e mini invasiva. Infatti passando dalla vena femorale, quindi senza una vera e propria operazione a cuore aperto, è stato possibile installare questo mini pacemaker che resterà attivo grazie ad una batteria della durata di oltre 17 anni. Dopo tale periodo dovrà essere sostituita. I due interventi eseguiti nei giorni scorsi, hanno visto l’applicazione della modernissima apparecchiatura su una donna di 76 anni e su un’altra di 82 rispettivamente di Sannazzaro de’ Burgondi e di Voghera.

“Presso il nostro reparto di cardiologia – sottolinea il primario, il dottor Pietro Broglia – sono stati eseguiti i primi due impianti del pacemaker leadless Abbott Averi Vr, un dispositivo miniaturizzato senza elettrocateteri che regola il battito del cuore nelle persone con ritmo cardiaco più lento del normale, per quella che in medicina viene definita come bradicardia”.

Le procedure sono state eseguite dai cardiologi elettrofisiologi Fabrizio Giofrè e Sara Compagnoni, con la collaborazione dell’equipe di infermieri di sala, formata da Caterina Moccia, Elisabetta Rattini, Michele Penna, Valeria Carusi e Roberta Dagradi. “L’impianto di pacemaker convenzionali è una procedura sicura che viene eseguita di routine – spiega Broglia -, ma in alcuni casi a breve o lungo termine potrebbe essere gravato da complicanze quali infezioni, decubito, sposizionamento o usura degli elettrocateteri. Il nuovo pacemaker senza fili è stato concepito per minimizzare queste problematiche, racchiudendo tutte le unità funzionali in una capsula di dimensioni ridotte”. Tanto per avere un’idea della grandezza del nuovo apparecchio, questo ha una dimensione di circa un terzo del volume di una normale batteria AAA, cioè circa 10 volte più piccolo di un pacemaker standard.

“Il dispositivo – spiega ancora il primario di cardiologia dell’ospedale di Voghera – viene posizionato direttamente all’interno del ventricolo destro del cuore con una procedura mini-invasiva, attraverso un accesso vascolare dalla vena femorale. Tra i suoi vantaggi, inoltre, vi sono la capacità di mappaggio che consente ai medici di misurare i segnali elettrici all’interno del cuore e di determinare il corretto posizionamento del dispositivo prima dell’impianto definitivo. Altri punti di forza sono la durata della batteria, che è prevista superiore ai 17 anni, e la possibilità di recupero del dispositivo in caso di evoluzione delle esigenze terapeutiche o in caso di sostituzione”.

L’ospedale di Voghera ad oggi rappresenta il primo e unico centro in tutta la bassa Lombardia (province di Pavia, Lodi, Cremona, Mantova) ad aver impiantato questo pacemaker innovativo. E non è nuovo a tecnologie innovative: nei mesi scorsi era stato posizionato un apparecchio intracardiaco, denominato Carillon, in una vena del cuore per il trattamento dell’insufficienza valvolare mitralica a due persone che soffrivano di questi problemi.

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