PONTE NIZZA – “I recenti ritrovamenti, concentrati quasi unicamente a Ponte Nizza, di carcasse di cinghiali fanno pensare ad un picco dell’ epidemia di Peste suina”. Lo affermano in coro Patrizio Dolcini di Legambiente Voghera-Oltrepo e Riccardo Ferlin, referente del Wwf Pavese e Lodigiano. “L’unica risposta messa in campo fino ad ora è quello di battute sistematiche che mirano all’eradicazione dei cinghiali dal territorio – dicono – il che oltre che apparire velleitario e poco realistico, ha dimostrato la sua inefficacia testimoniata appunto dal picco di Psa di questo periodo. Ribadiamo pertanto come già fatto più volte, la necessità di mettere in campo misure diverse, sussistendo perplessità circa il fatto che siano state messe in atto tutte le pratiche utili al contenimento del virus”. Dolcini e Ferlin lanciano alcune proposte: “Innanzitutto riteniamo utile e necessario il coinvolgimento degli esperti dell’Università di Pavia, che peraltro già operano sul territorio per il monitoraggio e studio della fauna selvatica. Riteniamo utile che si verifichi la possibilità di applicare tecniche di contraccezione e sterilizzazione delle femmine di cinghiali, come già avvenuto altrove. Si deve, a nostro avviso valutare metodi di contenimento territoriale, visto che le carcasse sono quasi unicamente state ritrovate a Ponte Nizza oltre al fermo precauzionale della stagione venatoria 2024/2025. Inoltre – concludono i due ambientalisti – occorre valutare lo stato delle acque di superficie, ritenendo che tale dato vada adeguatamente indagato ed escludere quantomeno la presenza di esche avvelenate, questo non certo per negare la Psa ma quanto per avere un quadro chiaro della situazione. Non ultimo occorre una informazione puntuale e chiara per gli Enti locali, i cittadini e gli operatori turistici ed economici del territorio. La vicina Provincia di Piacenza si è attivata in tal senso e crediamo sia una buona pratica da seguire anche in Oltrepo”.