PONTE NIZZA Completati i restauri effettuati presso l’antica pieve di San Ponzo Martire, frazione di Ponte Nizza. Alla cerimonia di presentazione oltre alle amministrazioni comunali di Ponte Nizza, guidata da Tino Pernigotti e di Cecima con a capo Andrea Milanesi, erano presenti Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità della Regione Lombardia, e Nicoletta Marenzi, consigliere della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia onlus.
Durante l’affollatissimo incontro è stata letta una lettera della professoressa Claudia Sorlini, una delle vicepresidenti della Fondazione Cariplo, ente sostenitore dell’intervento di recupero di questo bene storico. Sorta nell’XI secolo, la chiesa porta i segni di interventi successivi che si sono stratificati nel tempo.
“I muri perimetrali a sud e ad ovest soffrivano di una grave umidità – spiega il parroco don Francesco Favaretto – l’ingresso al tempio rischiava di far inciampare i fedeli, un prezioso affresco minacciava di andare irrimediabilmente perduto in breve tempo. E così il consiglio per gli affari economici della parrocchia si è adoperato per ottenere i fondi necessari, partecipando al bando “Sos patrimonio 2021″ della Fondazione Cariplo, la quale, a fronte di un progetto di circa 100mila euro, ne ha stanziato il 70%”. I lavori si sono svolti sotto la supervisione della Soprintendenza all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio e dell’Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Tortona. All’interno, dopo aver scrostato le pareti e dopo averle lasciate ‘respirare’, sono state rintonacate e decorate con prodotti naturali, traspiranti e reversibili; all’esterno è stato interamente rifatto lo scolo delle acque piovane”.
L’ingresso, pavimentato a mosaico con pietre di fiume, è stato ricomposto da un ormai rarissimo esperto del settore. Infine, è stato salvato un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna con il Bambino, grazie a un restauro meticoloso. Le maestranze hanno trovato nella popolazione di San Ponzo un grandissimo interesse al loro lavoro e una fraterna accoglienza. I pellegrini e i turisti che si recheranno a questo piccolo borgo della Valle Staffora potranno ora fruire di un luogo di fede e di arte rinnovato e accogliente.