VARZI Nessun pericolo per il salame di Varzi. La filiera della Dop (Denominazione di Origine Protetta) è controllata con carne certificata e verificata dal servizio veterinario e questo ne garantisce la qualità e la genuinità del prodotto. Certo, il presidente del Consorzio di Tutela del Salame di Varzi, Fabio Bergonzi, non nasconde la preoccupazione per il rischio che l’abbattimento di tanti suini possa provocare una mancanza di materia prima per poter produrre questo insaccato tipico dell’Oltrepo.
“Ovviamente siamo molto preoccupati come tuti gli attori di questa filiera – sottolinea Bergonzi – anche se noi ci approvvigioniamo solo da macelli controllati e verificati, quindi non vi è nessun rischio per il prodotto. Il vero problema è un altro: se comincia a mancare così tanta carne, con l’abbattimento di centinaia di maiali, diventerà poi difficile reperire la materia prima per produrre tutti gli insaccati”. In questo momento i produttori che fanno parte del Consorzio di Tutela del Salame di Varzi si riforniscono di suini in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.
“Di fatto la peste suina non ci coinvolge direttamente – spiega ancora Bergonzi – anche perché non vi è alcun pericolo per il consumatore in quanto il virus non si trasmette all’uomo. Il vero problema è dato invece dal fatto che se sul mercato viene immessa meno carne, inevitabilmente la produzione di salame potrebbe divenire inferiore alle richieste. Il nostro vantaggio – dice il presidente del Consorzio – è dato dal fatto che avendo il nostro prodotto il marchio Dop vi è una maggiore garanzia per il consumatore, in quanto tutta la filiera viene controllata e i nostri produttori utilizzano, per i salami, solo suini che provengono da allevamenti che sono indenni. La nostra è carne certificata e verificata da servizio veterinario”.
Bergonzi conclude: “Tutti i consorzi legati alla filiere degli insaccati sono ovviamente preoccupati per l’emergenza che si è venuta a creare a causa della peste suina. Noi stiamo facendo pressione come associazione Assica (l’Associazione industriali delle carni e dei salumi, che è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito di Confindustria, rappresenta le Imprese di produzione dei salumi) perché si prendano misure ancora più efficaci di quelle che sono state adottate oggi per cercare di contrastare la Psa”.
Può fregiarsi del titolo di ‘Salame di Varzi’ solo quel prodotto la cui realizzazione e stagionatura avvengono nell’area compresa fra 15 Comuni della provincia di Pavia: Bagnaria, Brallo di Pregòla, Cecima, Fortunago, Godiasco, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde, Varzi e Zavattarello.