VOGHERA Energia sostenibile dal fotovoltaico per le imprese: è questo il destino delle ex fornaci Valdata (il colosso dei laterizi che è crollato oltre 15 anni fa con il fallimento e poi la messa all’asta di terreni ed edifici). Due progetti che sono stati sbloccati in questi giorni, dalle rispettive amministrazioni comunali a Voghera e a Retorbido sulle aree un tempo occupate dall’industria del mattone.
Voghera. Dalle parti di via Arcalini a Voghera, su circa 30mila metri quadri. Tre grandi edifici abbandonati. Si sta lavorando, in questi giorni. Una società di Reggio Emilia sta iniziando infatti le operazioni di sgombero. C’è amianto da smaltire, c’è da bonificare anni e anni di degrado. Tante in passato le segnalazioni di bivacchi e strani movimenti nell’area dismessa. Ora la svolta dopo che il complesso era stato aggiudicato all’asta quattro anni fa (dopo dieci tentativi, aggiudicata dopo un’offerta di 150mila euro).
“L’area è stata acquistata da una società privata di Reggio Emilia, il cui intento è valorizzarla con lo sviluppo del fotovoltaico – spiega l’assessore all’urbanistica del comune di Voghera, William Tura –. E’ un progetto che riguarda il rifacimento dell’intera copertura del sito con pannelli fotovoltaici, Ci sarà anche un impianto a terra. Il progetto è in una fase iniziale, la società ha comunicato la volontà in futuro di valorizzare l’area con la ricerca di soggetti che potrebbero essere interessati all’insediamento». Il Comune guarda con interesse al piano: rigenerare un’area produttiva grazie al fotovoltaico. «La proprietà – dice ancora Tura – agirà sempre in stretta sinergia e comunicazione con il Comune, affinché il rilancio dell’area possa rispondere alle esigenze di sviluppo complessivo della città”.
Retorbido. Anche nell’area ex Valdata di Retorbido, posta a pochi metri dalla provinciale Bressana-Salice sono in corso l lavori di demolizione di tutte le strutture del vecchio stabilimento. La preparazione dell’area è funzionale alla realizzazione di un progetto di impianto fotovoltaico di potenza pari a quattro megawatt che va ad occupare una superficie di circa 80mila metri quadrati, opportunamente mitigata da essenze arboree che faranno da schermatura alla vista dei passanti.
“Tale progetto è in fase di autorizzazione degli organi competenti – sottolinea il sindaco di Retorbido Isabella Cebrelli – ed è pienamente compatibile in base alle normative vigenti con il corridoio ecologico imposto dalla Regione quando avevano proposto un impianto di pirolisi. L’impianto consentirà di produrre energia pulita con vantaggi anche per alcuni edifici comunali e soprattutto garantisce il recupero di un’area dismessa evitando l’installazione di altre attività molto più impattanti dal punto di vista ambientale e viabile”.
Il sindaco di Retorbido conclude: “L’amministrazione comunale ha portato avanti questo progetto con i proprietari della Società proponente e siamo molto soddisfatti di potere dare questa notizia ai cittadini, che riguarda appunto il recupero di un’area da tanto tempo dismessa e che molti problemi aveva causato negli anni precedenti”. Quando si parlava appunto della realizzazione di un impianto di pirolisi che in sostanza prevedeva la decomposizione termochimica dei pneumatici ormai inutilizzabili. precedentemente triturati e la loro trasformazione in altri materiali commerciabili: olio idrocarburico, acciaio, fanghi oleosi e carbon black. Progetto che aveva sollevato il malcontento generale sino ad arrivare al diniego da parte della Regione.