VARZI – La peste suina è arrivata ufficialmente in Oltrepo e più precisamente in Valle Staffora. Dopo le analisi eseguite a Perugia non ci sono più dubbi: la carcassa di cinghiale ritrovata una settimana fa in località Torretta di Bagnaria era affetta da Psa. Come se non bastasse nella giornata di mercoledì è stato rinvenuto un altro cinghiale morto a ridosso del torrente Staffora, a Cecima. E questo non fa che peggiorare un quadro già molto delicato per il settore agricolo e sale anche la preoccupazione per gli allevamenti di suini presenti sul territorio montano. Su indicazione di Regione Lombardia, l’Ats di Pavia ha immediatamente delimitato l’area infetta e messo in atto le procedure per il contrasto della diffusione del virus con il preciso scopo di evitare il dilagare della malattia, attualmente ai confini tra Piemonte e provincia di Pavia, che potrebbe mettere a rischio il settore. Il 16 giugno il campione dell’animale ritrovato morto era stato conferito all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia di Brescia, che aveva evidenziato un esito sospetto per la presenza del virus della peste suina africana.
Come da normativa, il campione è stato immediatamente inviato al Centro di referenza presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” a Perugia, che il 20 giugno ne ha confermato la positività. Si tratta del primo caso confermato in territorio pavese e in Lombardia. In queste ore l’Unità di crisi sta valutando e definendo il piano di intervento. Nella zona infetta sono già state applicate le restrizioni per le attività ricreative e venatorie collettive di qualsiasi tipologia. Le attività all’aperto svolte nelle aree agricole e naturali, ludico – ricreative e sportive sono consentite nel rispetto delle misure di biosicurezza. L’uomo infatti non può essere colpito da questo virus ma ne rappresenta un vettore.
Le zone a rischio.
Le aree sotto osservazione in quanto zona rossa sottoposta a “Restrizione II” sono: Ponte Nizza, Bagnaria, Brallo di Pregola, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Varzi, Val di Nizza, Santa Margherita di Staffora, Cecima, Colli Verdi (la località di Valverde). All’intero di questa zona vige il divieto di addestramento cani e la caccia ai cinghiali, mentre le manifestazioni con più di 20 persone in aree non delimitate o prossime alle strade asfaltate sono soggette ad autorizzazione da parte dei comuni. Nelle aree sottoposte a “Restrizione I”, dovranno essere ricercate carcasse di cinghiale con cadenza almeno quindicinale e la caccia sarà consentita con modalità selettive. Ne fanno parte: Rocca Susella, Montesegale, Godiasco, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Volpara, Borgo Priolo, Rocca de’ Giorgi, Rivanazzano, Colli Verdi (Ruino e Canevino).
Come si manifesta la peste suina.
Nei cinghiali la peste suina si manifesta con febbre, perdita di appetito, debolezza, emorragie interne e con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa dell’animale. Solitamente i cinghiali affetti da peste suina per cercare di trovare un po’ di sollievo si recano a ridosso dei corsi d’acqua e nel nostro caso lungo il torrente Staffora. Non è un caso la carcassa di animale ritrovata in località Torretta a Bagnaria era vicino ad un corso d’acqua mentre quello rinvenuto a Cecima si trovava tra il mulino e lo Staffora. Su questa seconda carcassa sono già in corso le analisi del centro di Perugia e tra la giornata di oggi e quella di domani si dovrebbe sapere se anche questo animale sia affetto da Psa. Il rischio è che la malattia segua il corso dello Staffora portandosi verso Rivanazzano Terme e Voghera.
Maggiori controlli.
Nei comuni dell’Oltrepo pavese interessati dall’ordinanza sono state rafforzate e ampliate una serie di attività di controllo della popolazione di cinghiali, tra cui il potenziamento della ricerca attiva delle carcasse di cinghiale attraverso ditte per permettere le ricerche virologiche sugli animali prima dello smaltimento. Ed è previsto anche il potenziamento delle attività di controllo faunistico del cinghiale che avverrà attraverso abbattimenti selettivi e con l’utilizzo di gabbie di cattura, coordinate dalla Polizia provinciale, con il divieto di autoconsumo e di movimentazione delle carni al di fuori della zona II.
Raccolta funghi e tartufi.
Per quanto riguarda la raccolta di funghi e tartufi nella zona della Comunità montana, solo nelle prossime ore verrà presa una decisione in merito. Dalle prime indiscrezioni pare che però si ritorni alle normative originarie in cui se una persona è residente, domiciliata o ha una seconda casa nella zona rossa si potrà recare nei boschi, con tutte le precauzioni del caso mentre se è residente al di fuori di quest’area non potrà andare a funghi. Polizia provinciale e carabinieri forestali faranno i controlli per evitare che qualcuno possa non osservare l’ordinanza.