PAVIA – “Sguardi sulla cultura”: è questo il titolo del laboratorio di co-progettazione che la Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia ha organizzato, in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Lombardia Sud, presso gli Horti del collegio Borromeo.
Un momento di confronto e di dialogo con gli attori del mondo culturale pavese (associazioni, sistemi bibliotecari e museali, teatri, Unitre, enti pubblici, uffici beni culturali diocesani) per raccogliere idee e richieste in base alle quali strutturare gli strumenti erogativi del futuro. Un workshop che ha messo per la prima volta attorno al tavolo chi, pur operando nello stesso settore, magari non si è mai parlato e, invece, ha necessità di stringere nuove relazioni.
«Come abbiamo fatto l’anno scorso per la Linea Tre sulle nuove povertà, – ha detto il presidente della Fondazione, Giancarlo Albini – l’obiettivo è di passare dalla semplice erogazione di contributi all’affiancamento e alla co-progettazione. Abbiamo spesso constatato che le risorse messe a disposizione per i nostri bandi da Fondazione Cariplo nell’ambito della cultura erano superiori alle richieste di finanziamento. Un segnale che ci ha fatto riflettere. E il numero dei partecipanti intervenuti agli Horti, più di 60, è già un buon successo. Almeno la metà non ha mai avuto rapporti con noi, significa che c’è qualcuno che vuole mettersi in gioco».
Con Albini, erano presenti la direttrice della Fondazione Anna Tripepi, il rettore del Borromeo Alberto Lolli e la presidente del CSV Maria Luisa Lunghi. Ospite d’onore Andrea Rebaglio, vice direttore dell’area arte e cultura di Fondazione Cariplo, accompagnato da Andrea Trisoglio, responsabile per Cariplo del progetto Fondazioni di Comunità.
Dopo l’accoglienza e il caffè di benvenuto, Matteo Colombo, che si occupa della comunicazione all’interno della Comunitaria, ha dato la parola ai relatori, non prima di descrivere le prossime iniziative sul tema, a partire dalla call di idee che la Fondazione aprirà a breve e dal corso di co-progettazione che verrà “offerto” a settembre alle associazioni, tenuto dalla cooperativa “Pares”: 4 incontri per definire e sviluppare collaborazioni e imparare a costruire reti.
Lolli ha portato i suoi saluti citando una frase di Antonio Gramsci: la cultura è «la capacità che la mente ha di comprendere la vita». «Quale cultura coltivare? – si è domandato – Quella dell’incontro». La Lunghi ha sottolineato l’urgenza di «condividere strategie con gli enti del territorio». Albini ha ribadito l’importanza per la Fondazione di diventare «costruttrice di comunità».
È poi toccato a Rebaglio offrire alcuni stimoli e ispirazioni partendo da ciò che fa Cariplo in un settore al quale destina circa 30-35 milioni di euro l’anno. «Cariplo ha iniziato a parlare di innovazione culturale 15 anni fa e l’approccio che adotta con i propri interlocutori cambia il modo di operare dei vari enti». La parola chiave è: innovazione. «Mi riferisco all’innovazione degli obiettivi, dei processi, dei servizi e delle relazioni. I soggetti che operano nel mondo culturale possono migliorare la loro organizzazione e gestione, adottando un approccio imprenditoriale».
Nella seconda parte della mattina i presenti sono stati divisi in due gruppi per partecipare a due laboratori condotti da Alice Moggi e Maria Piccio del CSV. In pratica, hanno raccontato quali sono i loro progetti, con chi collaborano e con quali strategie.
È emerso tra le priorità l’esigenza di innovare le proprie azioni, di individuare nuovi luoghi in cui agire, di coinvolgere un pubblico nuovo, di contrastare la povertà educativa, di intercettare le aspirazioni dei giovani, di curare meglio la comunicazione, di valorizzare le risorse dei territori e di coinvolgere l’istituzione scolastica.
Al termine la restituzione dei lavori di gruppo e la conclusione affidata a Rebaglio che ha invitato tutti a una reale collaborazione e ha evidenziato l’impegno della Fondazione Comunitaria in un progetto innovativo, al servizio di enti che fanno della cultura la loro mission.