GOLFERENZO – Domenica 30 aprile, nella pittoresca location “Olmo Napoleonico” di Golferenzo, si è tenuta la quinta edizione della gara di solidarietà a sostegno di “Chicco per Emdibir”, Onlus oltrepadana che lavora – con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – per lo sviluppo rurale dei Paesi in via di sviluppo.
Undici ristoranti si sono messi in gioco, sottoponendo i propri agnolotti al voto del pubblico e di una giuria tecnica, che includeva anche lo chef Luigi Gandola dal lago di Como e lo chef Silvano Prada, ex Four Season, protagonista dell’alta cucina italiana.
Il primo premio è stato assegnato, con giudizio unanime di pubblico e tecnici, al ristorante Sasseo di Santa Maria della Versa, che ha schierato il giovanissimo chef Besim Korreshi.
Al secondo posto si è classificato l’agriturismo La Casa dei Nonni di Zenevredo, con lo chef Dario Crema. Chiude il podio, con il terzo premio, il ristorante Colombi di Santa Maria della Versa con le giovani promesse Alessandro Natali e Mattia Garbagnoli.
Il “Premio Alemayeu”, per la miglior presentazione, è stato riconosciuto ad AvamPOsto sul Grande Fiume di Portalbera, guidato dallo chef Marco Destro.
Sono state venti le cantine che hanno offerto i propri vini pregiati in degustazione, cinque le pasticcerie a preparare dolci spettacolari e numerosissimi i professionisti che, in modi vari e complementari, si sono messi a disposizione gratuitamente per la serata.
E’ doveroso un ringraziamento speciale all’istituto alberghiero Santachiara di Stradella con i Proff. Marina Riccardi e Silvano Vanzulli. Per coordinare la cucina e tutti i colleghi, c’erano anche l’energia e la professionalità dello chef Danilo Nembrini con lo staff de “La Pineta” di Fortunago.
Madrina della serata è stata Susanna Messaggio, che si è esibita simpaticamente con Andrea Defilippi e Davide Calvi del gruppo teatrale “G74” di Oliva Gessi.
L’evento sta crescendo come festa di genuinità: la buona cucina è un mezzo efficace e gioioso per riscoprire la bellezza dello stare insieme, crescendo in umanità e solidarietà, aprendo nuovi orizzonti dall’Oltrepò ad altri territori italiani e supportando il cibo sicuro, sufficiente e disponibile per tutti. In altre parole, al Palio dell’Agnolotto, si lavora per la Pace e la Speranza in modo genuino ed autentico.