CASTEGGIO – Nel giorno in cui negli U.S.A. James LeBron ha segnato il punto numero 38.390 della sua carriera in N.B.A. e ha superato il record di Kareem Abdul-Jabbar, un’altra leggenda del basket mondiale era invece a spasso per le colline dell’Oltrepò. Oscar Schmidt, autore in carriera di 49.737 punti (11 mila in più del record sopracitato), mitica “ala” della Pallacanestro Pavia di inizio anni ’90, è stato il più grande realizzatore nella storia del basket. Il fuoriclasse brasiliano si trovava in Italia in questi giorni e precisamente a Caserta (club con il quale dal 1982 al 1990 vinse una Coppa Italia, conquistò due finali scudetto e una finale di Coppa delle Coppe), dove è stata presentata in sua presenza la figurina celebrativa – e a Pavia, l’altra piazza italiana dove militò (dal 1990 al 1993), che lo ricorda sempre con molto affetto e dove conquistò l’indimenticabile promozione in serie A con la maglia della “Fernet Branca”.
Oscar è stato il più grande e più forte giocatore di basket mai passato dalle nostre parti, soprannominato “Mao Santa” (mano santa) oppure “O Rey do Triple” per la sua pazzesca precisione nel tiro da tre punti, e paragonabile per tecnica e realizzazione al “Pelè della pallacanestro”. Ancora oggi è il giocatore straniero che ha segnato più punti in un campionato italiano (ben 13.957, con una media di 34,6 punti per gara e ripetuti “high” oltre i 60!), in mezzo a una carriera lunghissima durata 26 anni, fra club di alto livello (1978-2003) e nazionale brasiliana (1977-1996). Ha partecipato a cinque Olimpiadi, da Mosca ‘80 ad Atlanta ‘96, conquistando diversi record. Su invito dell’Amministrazione Comunale pavese il 65enne ex cestista sudamericano è tornato a Pavia per inaugurare il PalaChiappero (una piccola struttura sportiva di quartiere “Pelizza”) e per incontrare al “PalaRavizza” le società sportive, alcuni ex compagni di squadra e i tanti tifosi che sono accorsi per rivederlo.
Fra un impegno istituzionale e l’altro (compresa anche la cerimonia di presentazione in Sala Consiliare di Pavia), nella giornata di ieri (mercoledì 8 febbraio) e insieme a Pietro Trivi (assessore allo sport di Pavia) e Barbara Bandiera (ex presidentessa della Pallacanestro Pavia), Oscar ha visitato le colline casteggiane e in particolar modo le cantine dell’azienda “Le Fracce” di Mairano (nella foto, a destra), dove ha rincontrato Fabio Pierotti Cei, presidente della Fondazione Bussolera Branca, e conosciuto il direttore Roberto Gerbino. Fondata nel 1905, su una superficie attuale di 40 ettari, l’azienda vinicola valorizza particolarmente un vitigno della tradizione oltrepadana, ovvero il Pinot Nero. L’ex numero “11” gialloblù (nella foto, a sinistra), pur ammettendo di non essere un grande esperto di enologia, si è detto “molto incuriosito” e di aver imparato tanto da “questa bellissima realtà” circa i processi di produzione del vino e dal giro guidato fra macchinari e botti di rovere.
Da giocatore, Oscar lasciò Pavia nell’estate del 1993, dopo tre stagioni comunque intensissime e se ne andò dall’Italia, scegliendo di approdare nella serie A spagnola. Concluse la sua carriera da professionista nel 2003. Pur non avendo mai giocato nel campionato nordamericano, nel 2016 è stato inserito nella Hall of Fame del Nailsmith Memorial Basketball, uno dei massimi riconoscimenti a livello planetario. Ai tempi della “Fernet Branca” Pavia c’era tantissimo entusiasmo attorno alla squadra di basket del capoluogo, che richiamava tifosi sparsi per tutta la provincia, tant’è che esistevano club organizzati anche a Casteggio e a Stradella. Oscar è ripartito oggi alla volta del suo Brasile, lasciando in queste due giornate pavesi molta gioia ma anche un po’ di malinconia nei tanti amici e tifosi che sono accorsi per salutarlo dopo 30 anni o per vederlo per la prima volta.