Anche la stazione di Bressana Bottarone senza più personale RFI: il nuovo A.C.C.M. gestisce tutta la tratta ferroviaria

BRESSANA BOTTARONE – Addio al personale RFI della stazione di Bressana Bottarone. Dopo oltre un secolo e mezzo di vita il principale scalo ferroviario del comune oltrepadano di 3.500 abitanti è diventato “impresenziato”, ovvero – in gergo ferroviario – senza più personale ferroviario all’interno della struttura. Un destino che pian piano è toccato a tutte le stazioni “minori” dell’intera rete ferroviaria nazionale, per cui anche del nostro territorio, cioè passare da stazioni munite di capostazioni, manutentori e abitazioni famigliari a solitari e tristi edifici vuoti e senz’anima.

Da qualche settimana la stanza dei bottoni della stazione di diramazione posta lungo la ferrovia Milano-Genova è completamente cambiata: al posto delle gigantesche vetrate attraverso le quali si scorgeva il personale tecnico alle prese con macchinari e computer, ci sono solo pannelli di ferro che hanno sbarrato ermeticamente il tutto. Tutta colpa (o merito?) del nuovo A.C.C.M. (Apparato Centrale Computerizzato Multistazione) di Pavia, installato a fine novembre. Pur essendo sempre stata Bressana Bottarone una stazione di diramazione, e quindi per forza di cose presenziata da un “Dirigente di Movimento”, i nuovi apparati tecnologici hanno fatto cadere questo vincolo.

Con un investimento complessivo di oltre 30 milioni di euro per i lavori sulla linea ferroviaria in questione, il nuovo impianto – uno dei sistemi di massimo livello tecnologico nel settore del segnalamento ferroviario – è (almeno sulla carta) una vera e propria “cabina di regia”, che grazie alle tecnologie di ultima generazione e al potenziamento infrastrutturale renderebbe più affidabile la linea, incrementando gli standard di regolarità e di puntualità del traffico ferroviario. L’ACCM consentirebbe una gestione più efficiente della circolazione ferroviaria, garantendo una maggiore flessibilità nell’uso dei binari e migliorando così gli standard di regolarità e puntualità dei treni. In caso di guasti, l’ACCM dovrebbe ridurre al minimo i disservizi e consentirebbe di far viaggiare i convogli anche in senso di marcia opposto, mantenendo un livello di sicurezza previsto dalle normative vigenti. Benefici anche nei processi di manutenzione, grazie ai sistemi informatici di diagnostica predittiva che ridurranno l’insorgenza di avarie improvvise.

Insomma, una volta che tutto è passato sotto il controllo dal nuovo A.C.C.M. di Pavia, il personale ferroviario presente nei locali della stazione bressanese è diventato superfluo e ha seguito il destino della stazione gemella, quella di “Bressana Argine”, già “impresenziata” da diversi lustri. La stazione “Bressana Bottarone” entrò in funzione nel 1867, a seguito dell’apertura della tratta ferroviaria Pavia-Voghera lungo la direttrice Milano-Genova. Nel 1882, con l’attivazione della linea per Stradella, Bressana divenne stazione di diramazione. La stazione disponeva di uno scalo merci con annesso magazzino: nel 2010 lo scalo fu smantellato, mentre il magazzino è stato convertito a deposito. Fino agli anni ‘90 di fronte al fabbricato ferroviario c’era anche un bar/trattoria, struttura successivamente chiusa e poi demolita.

In passato la stazione di “Bressana Bottarone” era considerata uno scalo importante. Fino ai primi anni del Dopoguerra si fermavano anche treni a lunga percorrenza, nonché una coppia di treni internazionali della relazione Genova-Zurigo (cfr. orario ferroviario ufficiale 1949). Col passare degli anni, lo scalo si è ridimensionato, mantenendo comunque l’importanza di una stazione “locale” di diramazione posta su due linee pendolari importanti (Milano-Pavia-Voghera e Pavia-Stradella).

Pur trovandosi a ridosso di un abitato abbastanza contenuto (la frazione “Bottarone” di Bressana e la frazione “Valle Botta” di Castelletto di Branduzzo), lo scalo è stato per tanti anni punto di riferimento di pendolari e di studenti di un bacino molto più grande, che abbracciava anche i vicini comuni di Bastida Pancarana, Castelletto e buona parte di Bressana stessa. Fino ai primi anni del Duemila nelle giornate di domenica e nei periodi estivi faceva fermata allo scalo bressanese perfino un “treno del mare” diretto a Genova e a Sestri Levante.

Con la nuova razionalizzazione dell’orario ferroviario partita nel 2011, con l’introduzione del passante S13 fino a Pavia e con la separazione fra la direttrice Milano-Stradella e la Milano-Voghera, la stazione di Bressana Bottarone ha perso notevolmente importanza, non essendo più stata uno scalo di “diramazione”, ma soltanto di fermata per i treni da Stradella verso Pavia/Milano e viceversa. I continui problemi quotidiani sulla linea gestita da Trenord (ritardi, cancellazioni, sostituzioni con bus, ecc.) hanno altresì causato una vera e propria “diaspora” di passeggeri medi annui, riducendo notevolmente il numero di utenza.

Attualmente nella stazione di “Bottarone” fermano soltanto i treni regionali della direttrice Milano-Pavia-Stradella e viceversa, a cadenza oraria. Quattro coppie di treni al giorno sono prolungati verso Piacenza e viceversa. Da anni manca una macchinetta automatica per fare i biglietti in loco: è possibile regolarizzare il viaggio a bordo treno oppure premunendosi di titolo di viaggio presso le non lontane rivendite autorizzate (Bar “Le Botti” di Bressana B. oppure bar “Mary Flowers” di Castelletto Po).

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