I castagni secolari del Brallo: domenica 20 novembre il convegno in municipio dedicato al bosco da preservare

BRALLO DI PREGOLA – Una trentina di castagni che per anni hanno sfamato gli abitanti del Brallo e dell’alta Valle Staffora. Piante secolari che nel periodo della Seconda guerra mondiale erano sinonimo di sostentamento per la gente che abitava l’Appennino. Da quelle piante si ricavava il tannino per la concia delle pelli, le castagne venivano cucinate o trasformate in farina che in tempo di carestia sfamavano la gente di quassù. Le foglie venivano utilizzate come lettiere per le stalle.

Quel bosco di piante secolari venne poi di fatto abbandonato e in pochi sanno che alle spalle di Bralello, frazione del Brallo di Pregola, si trova un vero e proprio bosco con piante secolari. E in occasione della giornata nazionale degli alberi che cade lunedì 21 novembre l’ordine degli agronomi e dei forestali di Milano che include oltre al capoluogo lombardo, Pavia, Lodi e Monza Brianza organizza per domenica prossima, 20 novembre, un incontro e una visita tecnica dal titolo: “I castagneti secolari di Brallo di Pregola: un patrimonio di biodiversità e opportunità per l’Appennino Lombardo”.

Dopo una breve introduzione sui castagneti del Brallo presso la sala cinema del municipio alla presenza del sindaco Piergiacomo Gualdana, del presidente dell’ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Odaf), Francesca Oggionni, interverranno Giovanni Palli presidente della Comunità montana dell’Oltrepo e Bruno Tagliani presidente del Gal.

Il convegno sarà moderato da Filippo Pozzi consigliere Odaf di Milano, oltrepadano di Borgo Priolo che proprio effettuando un escursione lungo il crinale dell’Appennino si è imbattuto in questo bosco secolare. Di qui l’idea di un convegno “ma soprattutto – sottolinea Pozzi – la voglia di recuperare quel bosco e quelle piante secolari che senza la mano dell’uomo rischiano di andare perse”.

“L’incontro di domenica vuole segnare il punto di partenza per recuperare i boschi secolari di castagni presenti non solo al Brallo, dove se ne trova uno alla frazione Bralello e l’altro in località Ponti, ma anche gli altri disseminati nel territorio della Comunità montana. Sinceramente – continua l’agronomo Filippo Pozzi – quando sono giunto a Bralello mi è sembrato di entrare in un ‘bosco sospeso nel tempo’ testimone di un periodo storico del nostro Appennino pavese”.

All’evento di domenica sarà presente anche Luca Colombo direttore del consorzio Castanicoltori di Brinzio che spiegherà quali sono i metodi per recuperare queste piante secolari. “Il nostro intento è quello di recuperare i castagneti che per anni sono stati punto di riferimento e di sostentamento per i nostri avi – sottolinea il sindaco del Brallo, Gualdana -. Oltre a mantenere vive quelle piante l’obiettivo è quello di creare un progetto storico e culturale che possa richiamare anche i turisti per riscoprire un’area incantevole del nostro comune”.

Tra l’altro proprio nel cuore di questo bosco transita il sentiero dei briganti che da Fego, frazione di Santa Margherita di Staffora, sale a Bralello. Insomma un polmone verde di rara bellezza che dopo anni di abbandono s’intende recuperare.

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