8,5 milioni di italiani hanno trascorso le vacanze estive con il proprio animale da compagnia

Sono 8,5 milioni gli italiani che nell’estate 2022 hanno scelto di partire in vacanza in estate con il proprio animale da compagnia, grazie ad una accresciuta cultura dell’ospitalità “pet friendly” lungo tutta la Penisola. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè divulgata in occasione della Giornata mondiale del cane e che nel nostro Paese interessa 13,6 milioni di “quattro zampe” regolarmente registrati alla Banca dati dell’Anagrafe Animali d’Affezione, con una presenza e un ruolo sempre più stabili all’interno delle famiglie dello Stivale.

Il 31% degli italiani che possiede un animale domestico ha dunque scelto di non lasciarlo a casa, mentre il 60% lo ha affidato a parenti, amici o strutture di accoglienza. Solo una minoranza del 9% ha rinunciato a portarlo perché non è possibile accoglierlo nel luogo di villeggiatura, secondo Coldiretti/Ixe’.

Nell’estate 2022 gli agriturismi si sono confermati le strutture ideali per garantire ai piccoli amici una meritata vacanza all’insegna della riconquista della libertà e della vicinanza ai loro padroni, grazie anche alla possibilità di verificare la disponibilità all’accoglienza su siti come www.campagnamica.it. Ma sono sempre più numerose – continua la Coldiretti – anche le spiagge che consentono di non separarsi dal proprio animale al quale in alcuni casi vengono addirittura offerti servizi di svago e di pulizia.

“L’accresciuta disponibilità delle strutture purtroppo non ha ancora debellato completamente la piaga degli abbandoni che – denuncia la Coldiretti – registra il picco proprio nei mesi estivi in cui si calcola che vengano lasciati per strada ogni anno circa centotrentamila tra cani e gatti, secondo il Soarda, la Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno agli animali dei Carabinieri. Un malcostume che alimenta peraltro il fenomeno del randagismo”.

“Ma a minacciare il miglior amico dell’uomo è anche il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e traffici illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie. Questi esemplari, assai spesso imbottiti di farmaci per farli apparire in buona salute, – continua Coldiretti – vengono introdotti nel territorio nazionale accompagnati da una documentazione contraffatta che ne attesta la falsa origine italiana e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti”.

“Gli animali sono il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti. Ad esserne colpiti – conclude Coldiretti – sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi”.

(Fonte coldiretti)

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