Brallo di Pregola: la Provincia a giorni si esprimerà sulla centrale idroelettrica che dovrebbe sfruttare l’acqua dell’Avagnone

BRALLO DI PREGOLA – Torna alla ribalta il progetto della centrale idroelettrica che dovrebbe essere realizzata lungo il torrente Avagnone, il corso d’acqua cha dal Brallo si va poi a gettare nelle acque del fiume Trebbia a Ponte Organasco, la dove corre il confine tra le province di Pavia e Piacenza . Se ne è tornato a parlare qualche giorno fa in Provincia con la conferenza dei servizi che ora dovrà valutare il progetto, l’impatto ambientale e poi esprimersi in maniera definitiva per autorizzare o meno questo impianto. Un progetto che base le sue origine addirittura al 14 giugno 2016 quando proprio la Provincia di Pavia aveva già rilasciato alla Brallo Energia s.r.l. l’autorizzazione alla realizzazione di una centrale idroelettrica sul torrente Avagnone, affluente del Trebbia. Centrale che dovrebbe sorgere sotto l’abitato di Rovaiolo che oggi è diviso in due: Rovaiolo Vecchio che di fatto è un paese fantasma e Rovaiolo Nuovo sorto sulla parte opposta del Lesima in quanto l’abitato ‘Vecchio’ risultava a rischio frane.

Sul progetto c’era già stata una netta divisione tra ambientalisti, contrari, e tra chi era favorevole che invece aveva a suo tempo sottolineato come “non sarà deturpato l’ambiente e sarà rivalutata un’area non sfruttata garantendo al Comune del Brallo un’entrata data dalla produzione di energia pulita che sarà prodotta 24 ore al giorno”. Una centrale simile è già stata realizzata a valle del ponte del torrente Staffora a Varzi. In sostanza non verrebbe fatto nessun invaso. L’acqua entrerà ed uscirà da una turbina per caduta (sei metri) senza essere ne riscaldata, ne vaporizzata.

La centrale dovrebbe essere realizzata nel tratto tra le frazioni Rovaiolo e Pianellette. La Provincia già nel 2016 aveva di fatto autorizzato l’impianto da 220 kilowattora di potenza massima – 167 quella media – proposto dalla società Brallo Energia, che ha la propria sede a Voghera in via Depretis. Il progetto punta a sfruttare un salto esistente e prevede la realizzazione di una vasca di carico, una condotta forzata interrata di 710 metri di lunghezza, un edificio in cui verrà alloggiata la turbina e un canale per la restituzione della portata d’acqua residua a monte del torrente.

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