PAVIA – “Tre litri di latte per pagare un caffè”, “Fermiamo le speculazioni”, “Cibo sano al giusto prezzo” e “Italia più forte con gli agricoltori”. Sono alcuni dei cartelli gialli che si vedono in piazza Guicciardi a Pavia, dove stamattina si è svolta la mobilitazione organizzata da Coldiretti alla presenza di centinaia tra allevatori e agricoltori pavesi, riuniti davanti alla Prefettura per far sentire la propria voce e per salvare l’agroalimentare Made in Italy, difendendo l’economia, il lavoro e il territorio.
“Le aziende agricole non vogliono chiudere: vogliono soltanto poter continuare a lavorare bene – ha detto dal palco allestito davanti alla Prefettura Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – La situazione è pesante: le nostre aziende stanno soffrendo per i costanti rincari dell’energia, dei fertilizzanti, delle materie prime per l’alimentazione degli animali, mentre le speculazioni e il mancato riconoscimento di prezzi adeguati stanno costringendo le imprese a lavorare in perdita”.
La piazza davanti alla Prefettura di Pavia si è colorata di giallo, con centinaia di bandiere Coldiretti, per raccontare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e dell’allevamento nella produzione delle eccellenze agroalimentari made in Italy. La campagna è entrata in città, portando slogan e cartelli ma anche l’agrigelato e degustazioni di formaggio per i cittadini, che si sono uniti alla mobilitazione di Coldiretti. “La nostra regione è ricca di eccellenze agricole, in tutte le filiere e in tutti i settori– dice Rodolfo Mazzucotelli, Direttore di Coldiretti Pavia – E’ fondamentale salvaguardarle e garantirne la continuità, perché garantiscono prosperità economica al nostro territorio e perché rappresentano la biodiversità unica delle nostre terre”.
Stamattina gli agricoltori e gli allevatori di Coldiretti sono scesi in piazza in tutta la Lombardia, lasciando le campagne per salvare l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro e il territorio e per gridare la propria intenzione di non volersi fermare nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni e dai rincari produttivi. Se i prezzi per le famiglie corrono, infatti, i compensi riconosciuti agli agricoltori non riescono neanche a coprire i costi di produzione, con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto.
Una situazione insostenibile, con le aziende che sono messe in crisi anche dalle speculazioni, come conferma l’analisi Ismea sul prezzo del latte pagato agli allevatori molto al di sotto del costo medio di produzione salito nelle stalle a 46 centesimi al litro. Insieme ai produttori di latte, in piazza a Pavia anche gli allevatori delle altre filiere, da quella dei suini a quella del riso, passando anche per gli altri cereali e per il mondo vitivinicolo.