Falso ideologico, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Questi gli illeciti contestati dalla Guardia di Finanza ad alcuni funzionari e dirigenti di Asm Voghera e Asm Vendita e Servizi

VOGHERA – La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini dirette dal Sostituto Procuratore Paolo Mazza e coordinate dal Procuratore facente funzioni Mario Venditti, sta eseguendo 6 misure cautelari – sospensione dall’esercizio di ogni pubblico ufficio o servizio – e numerose perquisizioni locali e informatiche, nelle province di Pavia, Milano, Brescia e Modena, nei confronti di altrettanti soggetti indagati e di due società a partecipazione pubblica. Le odierne misure cautelari rappresentano il culmine delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Voghera nei confronti di complessive 8 persone denunciate alla competente Procura della Repubblica di Pavia per gravi reati contro la Pubblica Amministrazione.

Gli illeciti a vario titolo contestati sono induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi da ex dirigenti, funzionari pubblici e professionisti nell’ambito di due concorsi “truccati” per l’assunzione del Responsabile Operativo e di ulteriori 13 impiegati tecnico/amministrativi a tempo indeterminato presso una società posseduta al 100% da una municipalizzata facente capo al Comune di Voghera. Le indagini sulla “concorsopoli vogherese”, durate circa due anni, hanno inizialmente riguardato i componenti del Consiglio di Amministrazione di una delle due società, con riferimento alla procedura di selezione di un dirigente che ricoprisse la carica di Responsabile Operativo a tempo indeterminato.

I finanzieri hanno scoperto che tre ex dirigenti – oggi destinatari di misura cautelare sospensiva, in particolare la Presidente, la Vice- Presidente e un Consigliere d’Amministrazione, hanno bandito il concorso per l’assunzione del Direttore Operativo predisponendo un avviso pubblico indebitamente modellato sulle caratteristiche della persona da favorire, poiché i requisiti richiesti erano palesemente riferibili alle esperienze lavorative dell’unico candidato presentatosi e futuro dirigente pubblico.

Le attività investigative hanno portato alla luce una sconcertante situazione di costante ingerenza di politici locali sulle procedure concorsuali per la selezione di dipendenti delle società municipalizzate vogheresi. In particolare, l’analisi delle intercettazioni telefoniche e ambientali tra i soggetti indagati ha fatto emergere allarmanti condotte illecite connesse ad un ulteriore concorso pubblico per l’assunzione di altri 13 impiegati.

Nello specifico, i finanzieri hanno accertato che i vertici della società vogherese a partecipazione pubblica, unitamente a un ex dirigente della controllante, hanno esercitato pressioni nei confronti del presidente e membri della Commissione esaminatrice, inducendoli a rivalutare gli esiti degli esami di due candidati, inizialmente esclusi dalla graduatoria di merito.

Gli investigatori hanno ricostruito diversi incontri tenuti presso lo studio privato della dirigente di una delle società coinvolte, durante i quali il Presidente della commissione giudicatrice, in cambio della promessa di future consulenze ed unitamente agli altri due membri, acconsentiva alle pressanti richieste dei tre dirigenti pubblici e provvedeva a modificare i risultati parziali delle prove sostenute dai candidati, in modo da aggiustare i punteggi finali della graduatoria falsificando il risultato del concorso.

Con gli stessi mezzi tecnici di intercettazione, infine, la Guardia di Finanza di Voghera ha scoperto ulteriori reati di abuso d’ufficio, commessi dalla Presidente e da un ulteriore dirigente, relativamente alla normativa in materia di lavoro temporaneo. Infatti, gli indagati, attraverso un contratto di consulenza predisposto ad hoc con una società avente sede a Milano, riuscivano a prolungare il rapporto lavorativo di tre dipendenti interinali a loro gradite, non più prorogabile per il raggiungimento del limite massimo consentito dalla normativa vigente, pari a 24 mesi.

L’indebita prosecuzione del rapporto lavorativo, resa possibile grazie agli illeciti “aiuti”, oltre a determinare un ingiusto vantaggio economico per le tre dipendenti, ha cagionato un grave danno nei confronti di ignari lavoratori che, trovandosi nella stessa condizione di incertezza, avrebbero dovuto attendere bandi di concorso per essere “stabilizzati”.

(comunicato stampa)

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