Codevilla un’isola felice. Le imposte per il lavoro sono diminuite e il comune punta sulla “crescita sostenibile”

CODEVILLA – “L’orgoglio di essere ultimi”. Così il Comune di Codevilla commenta la graduatoria stilata da Assolombarda nel 9° rapporto sulla fiscalità locale a carico delle aziende. Il piccolo centro pedecollinare si distingue infatti per essere in fondo alla classifica, 263° su 268 Comuni considerati. Insomma, il fanalino di coda in termini di imposizione fiscale.

La graduatoria non mente. Per ogni singola imposta è stata fatta una classifica dei Comuni, partendo da quello con maggiore onere tributario per arrivare a quello più virtuoso e considerando tutte le imposte rilevate, i Comuni con il livello di pressione fiscale più alto sono ovviamente quelli di grandi dimensioni e più vicini ai capoluoghi, soprattutto a Milano. «In questa particolare classifica stilata da Assolombarda il nostro Comune si posiziona, orgogliosamente, agli ultimi posti (263º posto su 268) con un trend in calo: infatti da quando si è insediata la nostra amministrazione le imposte pe

r il lavoro sono diminuite, soprattutto per quanto riguarda la Tari» commenta soddisfatto il sindaco, Marco Dapiaggi. Un risultato che nasce da una precisa visione del futuro: «La sfida che l’amministrazione comunale ha intrapreso è di non disperdere il patrimonio industriale radicato nel territorio e nella cultura locale, ma di valorizzarlo promuovendo nuovi stimoli e sostenendo nuove forme di imprenditorialità che abbiano a cuore e privilegino il rispetto dell’ambiente, che siano grado di confrontarsi in nuovi settori tecnologici, ma anche con le nuove possibilità offerte dallo smart working».


Per questo Codevilla cerca di aiutare chi investe e nel contempo tiene conto delle esigenze ambientali: «L’imprenditoria che tende a uno sviluppo sostenibile e attenta all’ambiente rappresenta un elemento di grande importanza per il rilancio socio-economico del territorio di Codevilla (e dell’intero Oltrepo Pavese) e solo attraverso il continuo dialogo tra impresa, istituzioni e associazioni del territorio si può puntare a un condiviso obiettivo di “crescita sostenibile”».

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