VOGHERA Una città deserta, surreale. Serrande abbassate, non un bar aperto per bere un caffè. Le ore che hanno preceduto il corteo, alla fine pacifico rispettando anche l’appello lanciato dalla sindaca Paola Garlaschelli, e che ha visto sfilare per piazza Meardi, via Emilia, via Gramsci e via Cavour raggiungendo anche piazza del Duomo, dove si è fermato sotto a palazzo Gounela, oltre 800 persone, sono state davvero quelle di una città spettrale.
Poi attorno alle 15 piazza Meardi ha iniziato ad animarsi con l’arrivo dei primi manifestanti. Striscioni, slogan tutti inneggianti il marocchino Youns El Bossetaoui, 39 anni, morto martedì sera dopo la sparatoria con l’assessore alla sicurezza Massimo Adriatici. E alle 16 la folla ha raggiunto le oltre 400 unità. Al grido ‘assassino, assassino’ si è formato un lungo corteo che, transitando per la via Emilia, si è fermato all’altezza della chiesa di San Rocco dove è venuto a contatto con i poliziotti in assetto anti sommossa. Molte urla, slogan ma nessun vero contatto fisico.
Con il passare delle ore piazza Meardi ha visto aumentare il numero dei manifestanti. Un centinaio le forze dell’ordine impegnate per mantenere la sicurezza in giro per Voghera, per questa giornata che la città vorrebbe già archiviare e dimenticare. Una brutta parentesi per la storia della nostra città.