PAVIA – L’importante rivista nordamericana di motonautica “Propeller Magazine” (della publishing APBA), nell’attuale numero di maggio/giugno, ha dedicato un articolo alla prossima edizione della Pavia-Venezia, il raid di motonautica lungo 414 km che verrà percorso da bolidi a velocità che sfioreranno anche i 200 km/h. La competizione più lunga del mondo in acque interne tornerà nella sua 69° edizione domenica 6 giugno (partenze dalle ore 7.00 alle 11.00 di mattina dalla sede dell’Associazione Motonautica Pavese sul fiume Ticino e arrivo all’Arsenale di Venezia in giornata) dopo dieci anni di assenza. Fino alla diga di Isola Serafini sarà un trasferimento a una velocità media fra gli 80 e i 100 km/h, poi ci saranno due tappe cronometrate (Isola Serafini – Boretto e Boretto – Volta Grimana) e infine gli ultimi trasferimenti verso Chioggia e Venezia.
L’articolo della giornalista britannica Cindy Wirth, come si intuisce dal titolo (“Pearls of the Pavia-Venezia”), pone l’accento sulle pilote di sesso femminile che hanno contribuito a fare la storia di questa manifestazione sportiva che ha debuttato la prima volta nel lontano 1929. L’edizione d’esordio, infatti, segnò una delle prime volte in cui una donna corse in uno sport motoristico nautico: Franci Balboni, che guidò uno scafo costruito dal più antico cantiere italiano (Taroni) alimentato da un fuoribordo Elto. Da allora, la corsa Pavia-Venezia ha vantato molte famose “lady racer”. Dopo l’esordio di Balboni gareggiò Pina Capè, che corse tre volte il raid nel 1933, 1934 e 1935, e vinse tre titoli per categoria, mentre nel 1936 e nel 1938 Irma Lucchini terminò entrambe le gare in posizioni di alta classifica.
Si sarebbe dovuto attendere fino al 1954 per vedere un’altra concorrente femminile ovvero Amalia Marega, che gareggiò insieme a suo fratello Tarcisco, conquistando un secondo posto. Quattro anni più tardi i Marega vinsero la 18esima edizione con una velocità media di 128 km/h utilizzando uno scafo Timossi a tre punte alimentato da un motore Botta e Puricelli. Un’altra donna, Camilla Cometti, corse nelle edizioni del 1954, 1955, 1957 e nel 1959 conquistò l’ambito trofeo “Coppa d’Oro Theo Rossi di Montelera” (assegnato ancora oggi a chi realizza la media più alta su un tratto o un sub-tratto cronometrato). Tredici anni dopo, nel 1972, Gabriela Corti vinse nella Classe 700 cc. La 47esima edizione, tenutasi nel 1987, annoverò Stefania Batoli (arrivata terza in classe 1), Silvana e Nicoletta Mora, e la Contessa Marie Paola Petrobelli – sorella di Antonio, che ottenne grandi successi nei raid di quegli anni, fino a quando morì tragicamente in un incidente nautico nel 1994.
Nel 1990 Milena Clerici, moglie del pilota di F2, Paolo Zantelli, vinse nella sua classe a una velocità media di 124 km/h. All’edizione del 2002 partecipano Cinzia Treossi, Mara Mazzucotelli, Caterina Croze, Jennifer Milani e Francesca Gava. Treossi corse con Carlo Bentivogli nell’Endurance B, Mazzucotelli guidò per suo padre Achille, mentre la Croze soprannominata la “Lady Driver” dell’Offshore divenne la prima donna italiana a vincere l’altra grande manifestazione di motonautica nazionale, la Centomiglia del Lario. Quest’anno per la 69° edizione del raid saranno dieci le pilote donne iscritte alla corsa fluviale da Pavia a Venezia. La giornalista Wirth sottolinea che “tutti gli occhi saranno puntati sul gentil sesso, mentre ruggiranno verso il traguardo di Venezia, una città incantata che rispecchia la bellezza e la passione delle nostre Lady Racer”.