Anomalie climatiche, fioriture in crisi e api affamate: anche l’apicoltura pavese – che, come spiega Coldiretti Pavia, conta oltre 600 milioni di esemplari in tutta la provincia – soffre gli effetti di questa primavera decisamente anomala. Oltre a stravolgere i ritmi delle colture del territorio e della gestione degli alveari – sottolinea Coldiretti Pavia – gli sbalzi termici degli ultimi mesi porteranno pesanti conseguenze anche sul fronte del raccolto di miele. La conferma arriva in occasione della giornata mondiale delle api istituita dall’Onu, che si festeggia a livello planetario domani, giovedì 20 maggio.
Quest’anno – precisa Coldiretti Pavia – l’inverno bollente e la primavera segnata da ripetute gelate hanno creato gravi problemi agli alveari del Nord Italia, in quanto le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori. In alcuni casi, gli apicoltori sono anche costretti a intervenire con razioni d’emergenza, attraverso sciroppi a base di zucchero o lasciando alle api stesse parte del poco miele prodotto finora.
Le ripercussioni di questo clima pazzo non risparmiano il territorio pavese. «Purtroppo anche quest’anno la fioritura dell’acacia è stata rovinata dalle gelate di aprile – spiega Francesco Montagna, apicoltore di Mezzanino – Inoltre ci sono stati, anche nel mese di maggio, forti sbalzi di temperatura durante la notte: tutto questo porterà ad un calo nella produzione di circa il 60/70% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio». «Quest’anno è veramente difficile – conferma Massimo Palla, apicoltore di Bornasco – Più volte sono stato costretto a intervenire con razioni alimentari extra a base di acqua e zucchero per salvare gli sciami».
Le difficoltà delle api – continua Coldiretti – sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che questi insetti contribuiscono all’impollinazione. In media una singola ape visita circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un ruolo fondamentale, considerato che secondo la Fao dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben 3 colture alimentari su 4, come mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni. Ma l’impollinazione operata dalle api – precisa Coldiretti – è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.