VOGHERA – Lo scorso marzo è stato ufficialmente presentato il “Treno Sanitario”, destinato ora all’emergenza Covid ma che poi potrà essere messo a disposizione per la gestione di varie criticità. Il convoglio – che costituisce un’autentica eccellenza italiana – è stato realizzato, su commissione del Gruppo Ferrovie dello Stato, presso le officine ferroviarie di Voghera. Al progetto hanno partecipato la Protezione Civile e numerosi medici, anche volontari, insieme all’AREU (Azienda Regionale Emergenze e Urgenza) della Regione Lombardia. In carica al servizio di Trenitalia, è ora assegnato all’impianto di Torino.
Il Treno Sanitario si presenta molto attrezzato nella gestione di assistenza e trasporto pazienti o presidi medici, e può essere impiegato non solo per alleviare la pressione sugli ospedali durante l’attuale pandemia, ma anche per future situazioni e per le missioni internazionali (p.e. i treni dei pellegrinaggi diretti a Lourdes). La lunga esperienza delle ferrovie italiane nella realizzazioni di treni-ospedale a partire dalla Prima Guerra Mondiale ha favorito la progettazione di un livello di assistenza sanitaria che arriva fino alla terapia intensiva in bio-contenimento per pazienti ventilati in modo invasivo. Può ospitare fino a 45 operatori sanitari fra personale medico, tecnico, direttivo e viaggiante, e fino a 21 pazienti in rianimazione.
Il convoglio è composto da 8 carrozze più la locomotiva, con una “livrea” identica a quella di un comune Intercity diurno, solo con l’aggiunta di una striscia verde che compone la bandiera italiana con al lato la Croce di Esculapio (simbolo internazionale di soccorso). Ci sono tre carrozze barellate con ognuna 7 posti letto di terapia intensiva, dove un apposito impianto provvede all’ossigenazione degli ambienti grazie ad apposite macchine. Due carrozze “tecniche” sono riservate a potenti generatrici diesel, alle quali sono collegate tutti i dispositivi presenti a bordo: 21 ventilatori polmonari, 1 ecografo, 2 analizzatori emogas, vari aspiratori e altre attrezzature di primo soccorso. Il sistema, perfettamente autonomo, garantisce l’apporto di ossigeno e di luce.
Altre due carrozze, invece, sono state attrezzate alle necessità del personale medico: l’una come carrozza cuccette (60 posti), mentre l’altra con sala riunioni, refettorio e spogliatoi, con appositi armadietti e un bagno dotato di doccia. Infine, completa il convoglio una carrozza adibita a magazzino, che trasporta tutti i materiali di scorta e i dispositivi medici. Ovviamente, la composizione attuale delle otto carrozze può essere ogni volta, in base alle esigenze, integrata con ulteriori vagoni.
“Tutto quel che c’è dentro al treno viene montato al momento e quando non serve che il treno parta quel materiale, che è stato donato, viene usato sui mezzi di soccorso di AREU – hanno dichiarato i promotori del progetto – I nostri mezzi portano il materiale già strutturato su carrelli per cui il montaggio è rapidissimo, così il treno in poco tempo è pronto per partire. In caso di necessità viene portato nella stazione della città in difficoltà e diventa un mini ospedale da campo utilizzabile fino a quando l’emergenza non sarà rientrata. Tuttavia, potrà sempre servire per trasportare altrove i malati. Il treno è un mezzo economico, questo convoglio sanitario può andare sul posto e quando arriva fa le funzioni di un ospedale vero e proprio”.