TORRAZZA COSTE – “La pandemia ha fortemente inciso sul comparto vitivinicolo, per via della chiusura imposta al mondo della ristorazione, uno dei canali principali di sbocco della produzione delle cantine lombarde. Analizzando i dati di produzione abbiamo un +20% nel 2020 rispetto al 2019 e in previsione dobbiamo pensare a trovare sbocchi sul mercato a questa produzione che, peraltro, è di elevata qualità”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi, presentando i dati relativi alla produzione di vino in Lombardia nel 2020.
“Per dare respiro al comparto abbiamo deciso di riproporre nei prossimi mesi la misura #iobevolombardo che prevede la distribuzione di voucher per promuovere il vino lombardo nelle carte dei ristoranti. Con questa misura sosteniamo sia le cantine che i ristoratori” ha aggiunto Rolfi. I numeri del mondo del vino in Lombardia vedono 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. E un export che valeva 284 milioni di euro nel 2019. A questi si aggiungono i dati sulla coltivazione della vite che parlano di 2.989 aziende e 21.468 ettari nel 2020.
“Se analizziamo la produzione prendiamo in esame un dato potenziale – precisa Gilda Fugazza, presidente del consorzio di tutela vini Oltrepò Pavese (60% della produzione del vino in Lombardia) – questa è una premessa indispensabile, non è ancora un’analisi di mercato. E non possiamo ancora misurare gli effetti economici della Pandemia che immaginiamo importanti . Questi dati produttivi rappresentano il potenziale di ogni singola tipologia di vino non ancora messa sul mercato e sono condizionati – come sempre, perché si parla di numeri di produzione e non di vendita – da vari fattori: variabilità climatica, scelte vendemmiali ed enologiche. Ma è giusto ragionare anche prima del… mercato”.
“L’aumento potenziale del Metodo Classico per la DOCG dell’Oltrepò Pavese, ad esempio, sembra già una scelta di mercato in un quadro previsionale per una tipologia di vino che ha bisogno di tempo per performare e che ci permette dunque di fare buone previsioni: è una tipologia di vino che già da disciplinare prevede un’attesa di almeno 15 mesi (per i millesimati di 24 mesi dei lieviti sulle fecce). Bisogna dargli tempo. Per questo il dato positivo di circa +34% del metodo classico DOCG OP è solo potenziale ma anche segno di una chiara opera di valorizzazione della Denominazione principe (siamo la terza area produttiva al mondo di Pinot nero). Non è un punto di arrivo ma una buona partenza. Un dato sostanzialmente stabile in OP riguarda poi la Bonarda Doc (più 2,5) e analizzando l’andamento dell’imbottigliato di questi ultimi anni a registrare una crescita a doppia cifra è il Sangue di Giuda: più 22,64 (imbottigliato 2020 su 2019).
Il sistema sembra tenere. E le ragioni sono molteplici. Fra queste anche la rinnovata unione del territorio. Segno che fare squadra serve davvero. In questi numeri sottolineo la qualità e non solo la quantità, proprio come si fa oggi quando si parla di calorie e di strategie nutrizionali. L’operazione di rilancio del territorio è stata avviata da tempo. Siamo impegnati con un nuovo CDA a lavorare su numeri che possano dare respiro. Che ci facciano rialzare la reputazione e la testa di una terra storica del vino: sta già accadendo.
L’Oltrepò Pavese ha un vantaggio: può spaziare, non ha una sola strada, ha biodiversità nella vigna e molteplicità di prodotto e ha deciso di puntare sulla qualità (la forza delle denominazioni e delle nostre perle d’Oltrepò) e sulla capacità di interpretare in tempo reale un mercato così veloce forte di una storia ineccepibile. Ci stiamo aprendo a nuovi mercati. Opportunità: chi non ha mai venduto all’estero si scoprirà pronto grazie al digitale, chi non ha mai guardato all’Horeca potrà dare contributi anche in questo senso e dialogare con un nuovo interlocutore pronto all’uso, appena riapre tutto… Cambiamento è la parola chiave. Aprire nuove porte. Prima di chiuderne una che poi magari non la si chiude ma la si lascia socchiusa. La nostra squadra è al lavoro per questo” conclude la presidente.
La differenza di produzione in ettolitri tra annata 2020 e 2019 nell’Oltrepò Pavese (in percentuale).
DOCG: Oltrepo’ pavese metodo classico +34,19
DOC: Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese +2,54; Buttafuoco dell’Oltrepo’ Pavese +19,95; Casteggio +88,70; Oltrepo’ Pavese -0,89; Oltrepo’ Pavese Pinot Grigio -2,53; Pinot Nero dell’Oltrepo’ Pavese -26,96; Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese -9,51.
L’anno 2020 per l’Oltrepò del vino (bottiglie)
Sangue di Giuda dell’OP (+ 22,64)
OP Pinot Grigio (+18,28)
Bonarda dell’OP (+2,54%)