VOGHERA – La sua amata storica 500 posta dinanzi all’ingresso della chiesa di San Rocco e poco distante altre dieci auto storiche per la sfilata di addio. Così “Gli amici dell’Oltrepò Voghera”, appassionati di queste auto d’epoca hanno voluto dare l’ultimo saluto a Roberto Armelin scomparso all’età di 65 anni a seguito di una leucemia fulminante. Una malattia che lo ha colpito una settimana fa e che non gli ha lasciato scampo. In tanti ieri pomeriggio si sono stretti attorno alla famiglia, alla moglie Silvia, al fratello Renzo e alla mamma Nella.
Roberto Armelin era stato ricoverato a Piacenza ma purtroppo le cure non hanno dato i risultati sperati e nel giro di una sola settimana l’uomo è venuto a mancare. Nel lontano 1977 Armelin aveva dato vita all’Icie (Installazione costruzione impianti elettrici) trasformata nel 1985 nell’attuale “Automazione Icie”, la ditta di via Piave, che conta una decina di dipendenti, che si occupa dello studio e della costruzione di sistemi di controllo e comando per le più svariate applicazioni industriali ed impiantistiche. Tanto da aver ottenuto commesse non solo in Italia ma anche in giro per il mondo. Sarà ora il fratello Renzo Armelin a portare avanti le redini dell’azienda.
Tanta commozione ha provocato la scomparsa dell’imprenditore vogherese che aveva nel cuore la grandissima passione per le auto storiche e spesso, insieme a “Gli amici dell’Oltrepo Voghera” partecipava a raduni in giro per l’Italia delle 500. Proprio gli appassionati delle quattro ruote storiche ricordano: “Non riusciamo ancora a crederci, non è possibile. Sentiremo la tua mancanza ad ogni raduno. Tu che eri sempre una persona ‘speciale’ nel gruppo, che avevi sempre una parola buona e giusta per tutti, che avevi sempre un sacco di idee e ti impegnavi per la buona riuscita dell’evento… Non ti dimenticheremo Roby. Sarai sempre in mezzo a noi e da lassù dacci buoni consigli. Proteggi Silvia come hai sempre fatto”. In tanti lo ricordano mentre preparava la sua 500 color crema con cappottina nera in vista dei raduni. Quella stessa macchina che ieri pomeriggio lo aspettava davanti alla chiesa di San Rocco per l’ultimo viaggio.