La Ue sospenda le agevolazioni tariffarie al riso golpista in arrivo dalla Birmania (Myanmar raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. E’ quanto chiede la Coldiretti nel sottolineare che le importazioni dal paese asiatico fanno registrare in Italia un balzo del +80,5% sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020. Dopo la condanna dell’Onu e la decisione di Facebook di chiudere l’account gestito dall’esercito birmano anche i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti in Consiglio UE lunedì 22 febbraio discutono della eventuale revisione del sistema preferenze generalizzate (SPG) che – sottolinea la Coldiretti – si concretizza in ingenti aumenti delle esportazioni del paese asiatico soprattutto nel campo del tessile e alimentare.
Alla luce del colpo di Stato è necessario – afferma la Coldiretti – attivare al più presto la sospensione totale del regime agevolato EBA (tutto tranne le armi), concesso dall’Unione Europea. Il paese asiatico infatti continua a godere delle esenzioni tariffarie sulle produzioni di riso della varietà Japonica che sono sospese, invece, per la varietà Indica per la decisione UE di applicare la cosiddetta clausola di salvaguardia. Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio il riso, sia Japonica che Indica, – sostiene la Coldiretti – deve essere considerato un prodotto “sensibile” dalla Commissione Ue, evitando concessioni all’import nelle situazioni di mancato rispetto del diritto internazionale. L’Italia – conclude la Coldiretti – è il maggior produttore europeo di riso, con 228 mila ettari coltivati e 4 mila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.