VARZI – Disoccupate dal mese di dicembre si sono inventante un’attività particolare. Giuliana Bianchi e Elena Bortolotti residenti a Varzi, hanno iniziato a creare con materiali di riciclo “Ar galèn ad Vors” (dal dialetto varzese significa galline di Varzi) delle galline di pezza che non sono passate inosservate. Infatti, in soli quindici giorni ne hanno vendute una trentina tra Varzi e i comuni limitrofi.
“Lavoravamo in un call center con un contratto a tempo determinato che complice la crisi, non è stato rinnovato. Non ci siamo abbattute e abbiamo tirato fuori l’ingegno e la parte creativa che è dentro di noi. Così abbiamo deciso di creare delle galline, realizzate a mano, utilizzando stoffe che erano finite negli armadi, pezze, bottoni e nastrini. – spiega Giuliana – Questi peluche vengono poi imbottiti e cuciti. Si tratta inizialmente di un hobby che ci permette comunque di guadagnare qualcosa ma in futuro potrebbe diventare una vera e propria attività. Le galline per ora vengono realizzate in casa e poi spedite o consegnate su ordinazione. In soli 15 giorni ne abbiamo già vendute una trentina. Il costo varia, in base alle dimensioni, dai 5 agli 8 euro”. Le galline di pezza hanno tutte un nome, o in realtà un soprannome, di personaggi del passato che hanno vissuto a Varzi e che tutti in queste zone ricordano.
“Il nostro obiettivo è quello di promuovere il nostro borgo, la nostra montagna attraverso queste piccole e simpatiche creazioni di pezza. – afferma Giuliana – Infatti, alcune di loro verranno fotografate vicino agli angoli più suggestivi di Varzi, per poi essere pubblicate sulla pagina facebook intitolata “Ar galèn ad Vors”. Alcune delle nostre galline compariranno anche nelle vetrine di alcune delle attività di Varzi e dei paesi vicini. Colorate e insolenti, le galline intendono far conoscere il nostro bel borgo. I loro nomi sono di fantasia, mentre la provenienza è reale. Le gallinelle aspettano di entrare nelle vostre case”.