PAVIA – Un mezzo flop la manifestazione di questa sera in Piazza Vittoria a Pavia che voleva raccogliere la rabbia di tutti i commercianti, i baristi, i ristoratori e le partite IVA della provincia. Un passo indietro rispetto al “flash mob” dello scorso 30 ottobre, quando invece l’affluenza era stata massiccia: oggi, invece, dalle 18 alle 20 la piazza grande pavese è rimasta inesorabilmente mezza vuota, forse con più uomini delle forze dell’ordine a presidiare quella che a prima vista non sembrava neppure una manifestazione, bensì un normale venerdì sera cittadino fra aperitivi (d’asporto) e capannelli di persone che si godevano la penultima sera di libertà, prima che l’intera Lombardia da dopodomani risprofonderà ancora in “zona rossa”. Orario sbagliato? Rassegnazione degli addetti ai lavori? Cosa ha provocato il mezzo fallimento dell’evento “Basta Stare in Silenzio”? “Organizzata male e sfruttata per fare propaganda politica – ha commentato uno dei pochi partecipanti – Mi aspettavo molto di più stasera. Non dico che i ristoratori dovevano chiudere tutti per partecipare, ma era da fare alle otto di sera, e non alle sei di pomeriggio quando i locali sono ancora aperti per l’asporto”. “Penso ci fossero più poliziotti che manifestanti, a parte chi doveva farsi notare come giunta o semplice ‘tirapiedi’ – commenta un altro partecipante – D’altronde è assurdo organizzare una manifestazione per commercianti, che ormai da quasi un anno non lavorano, alle 18 di un venerdì che preannuncia una nuova zona rossa. Da tempo ritenevo che non sarebbe servito a nulla”. “Il problema è che secondo me chi ha organizzato tutto questo – conclude un ultimo intervistato – era più interessato alla passerella, più che a fare davvero valere le nostre ragioni”. I ristoratori chiedono l’apertura in sicurezza, seguendo i protocolli sul distanziamento e sulla riduzione della capienza dei locali, un maggior incremento del ‘bonus ristori’ e soprattutto una maggior tutela da parte dello Stato.