MILANO – Una storia di grande dolore ma anche di speranza e ripartenza. Questo racconta l’esposizione “La voce degli occhi” inaugurata questa mattina a Palazzo Pirelli, nello Spazio Book Crossing (piano terra), realizzata dai ceramisti di Deruta (Perugia) e di Gzhel (Russia) per conto dell’“Associazione Deruta Città del Mondo”. Le ceramiche ritraggono volti con mascherina per ricordare quanti hanno perso la vita a causa del Covid 19 e quanti l’hanno invece spesa per salvarla agli altri. In ogni volto, realizzato da un artista diverso, viene valorizzato lo sguardo, che proprio durante l’emergenza ha sostituito la parola e i sorrisi. L’opera, che si presenta con una struttura a forma circolare, è stata realizzata da artigiani di due città famose in tutto il mondo per la produzione di ceramiche artistiche e resterà esposta a Palazzo Pirelli e aperta alle visite per un mese. Successivamente verrà donata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, simbolo della lotta alla pandemia, e due ceramiche saranno destinate agli ospedali più rappresentativi di Mosca e New York.
Nei diversi interventi è stato evidenziato come l’opera “sia ispirata da questo tempo strano che stiamo vivendo a causa del Covid 19. Nella difficoltà di stare insieme normalmente – è stato detto – senza mascherine e a distanza ravvicinata, sono effettivamente gli occhi che comunicano emozioni e sentimenti. La pandemia, con il grande dolore che ha provocato e le enormi conseguenze che sta avendo sulla vita di tutti noi, andrà ricordata anche attraverso monumenti come questo”. All’inaugurazione erano presenti il Presidente del Consiglio regionale e l’Ufficio di Presidenza, la curatrice della mostra, la direttrice dell’ASST Papa Giovanni di Bergamo, la direttrice del Centro Scienza e Cultura Russa a Roma, per la Giunta il sottosegretario alla Presidenza della Regione, e Marco Carrara, di Albino, uscito dalla quarantena dopo 5 mesi, che ha voluto essere presente in rappresentanza di tutti i bergamaschi che hanno lottato contro il Covid. Un messaggio è stato infine inviato, a nome della Diocesi di Bergamo, da Monsignor Giulio Dellavite: “Come dopo ogni tempesta compare un arcobaleno, così anche i colori di queste opere li voglio interpretare come augurio di un arcobaleno che si pone come nuova strada di speranza verso il futuro”