L’Italia nella morsa tra afa e temporali in una estate segnata fino ad ora da 7 eventi estremi in media ogni giorno tra ondate di calore, nubifragi e grandinate che hanno duramente colpito le coltivazioni agricole. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti su dati Eswd in relazione all’ultima ondata di caldo africano con temperature fino a 43 gradi ma anche nubifragi che hanno colpito a macchia di leopardo il nord Italia.
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo torrido al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
E se da una parte il Paese deve fare fronte a nubifragi improvvisi dall’altra – sottolinea la Coldiretti – il livello del Po a fine luglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è più basso del 24% mentre i maggiori laghi del nord che servono a dissetare i campi della pianura padana, dove si produce un terzo del Made in Italy agroalimentare nazionale, sono in affanno su valori ben al di sotto della media e sono in forte deficit da mesi i bacini del centro-sud con gli agricoltori che si preparano a irrigazioni di soccorso per salvare le colture in campo e con i frutti maturi sulle piante che rischiano di essere feriti da colpi di calore e scottature.
Il Po al Ponte della Becca (Pavia), alla confluenza con il Ticino, è crollato di quasi tre metri sotto lo zero idrometrico – evidenzia la Coldiretti – e l’Autorità di bacino ha evidenziato il rischio di un apporto idrico non sufficiente per le colture. Intanto – continua la Coldiretti – la riduzione delle portate del fiume ha provocato un aumento della risalita dell’acqua salata del mare verso l’interno del delta aggravando il rischio di inaridimento dei terreni.
Anomalie si vedono anche nei grandi laghi del Nord con i livelli di quello di Como e il Maggiore solo di pochi centimetri sopra lo zero idrometrico, mentre resiste il Garda. Sono gli effetti del grande caldo e dell’assenza di precipitazioni significative in un 2020 che con un inverno mite e precipitazioni praticamente dimezzate – sottolinea la Coldiretti – si classifica come il secondo semestre più caldo dal 1800 con temperature superiori di 1,1 gradi rispetto alla media.
Intanto in Centro Italia, cresce la sete: nelle Marche i bacini hanno perso 1 milione di metri cubi d’acqua in una settimana, scendendo a circa 43 milioni, mentre resistono Lazio, Abruzzo, Sardegna. Al Sud resta critica la situazione in Sicilia – evidenzia la Coldiretti – e continuano a diminuire le riserve idriche negli invasi di Puglia dove le riserve di acqua sono scese sotto i 118 milioni di metri cubi (-91 milioni rispetto all’anno scorso) e in Basilicata dove sono rimasti circa 291 milioni (-64,26 milioni rispetto al 2019) secondo Anbi.